Sarà dolce.
Come l’aria della sera, quella dell’estate.
Il refrigerio.
L’amore.
Il “ti amo”.
Mentre mi siedo su una panchina con un vestito a fiori di seta e ascolto le onde che mi vogliono dire di non smettere.
Di crederci.
Ti amo e lo vedo dai tuoi occhi.
Ti amo e lo disegnano le tue labbra.
Alzo le dita sulle tue guance e sento che i brividi mi scalano dalle spalle alla nuca.
Ti amo e mi sembra surreale.
Sopra ad un foglio bianco sul quale disegno piano il progetto di una casa.
Sorrido ed è già primavera inoltrata.
Ti amo e spalanco le braccia, sento la luna che mi accarezza e ricordo le lucciole tra i cespugli.
Io seduta sul gradino fuori dalla porta e la musica del bar che colorava la via.
Guardavo il cielo e sognavo, pensavo a cosa potesse essere l’amore.
Pensavo a come sarebbe stato bello un giorno stringerti, quando ancora non sapevo che viso avresti avuto.
Ti guardo e vago su un mondo parallelo.
Ci siamo scelti e ci sceglieremo sempre come quel giorno e rotolerò come una latta dietro alla macchina degli sposi, per fare rumore, per fare ridere, per farti anche arrabbiare.
Sarà sempre amore, come ricca tempesta che poi viene spazzata via da un arcobaleno dai colori lucenti.
Non chiudo gli occhi perché ho paura di perderti e poi ti trovo qui che mi guardi fisso volendo sorseggiare un mio bacio.
Ti amo e provo a nasconderlo, mentre mi diventano le gote e il naso rosso, mentre ancora una volta mi copro gli occhi e tu mi tiri via la mano.
Cosa sarò ancora in grado di dedicarti se non questa piccola vita che ho provato a riprendere in mano mille volte e poi per più di cento, ho visto crollare giù da una scarpata?