Entro in bagno e chiudo la porta.
Sullo specchio scorgo un post-it rosa e quel sorrido disegnato a penna, con il “buongiorno mamma” scritto a lato, che mi dona subito la nota positiva per affrontare la giornata.
Le figlie come favole, loro che ho consegnato al mondo e hanno reso splendido quello che vivevo io.
Nei momenti di riflessione, di pausa, spesso ho pensato siano state realmente mie solo una volta: quella notte in cui sono nate, strette tra le mie braccia.
Un tutt’uno equilibrato.
Come se per quelle ore sia stata io pronta a rinascere, a ritrovarmi come donna.
Un incontro dopo nove mesi di attesa tenerissima, come quando da bambini si aspetta la neve e la scoperta di portare dentro di me un esserino frutto di un amore condiviso e un progetto di famiglia, è stato come ricevere un regalo di Natale fuori stagione.
Scartare idee e profili che avrebbero camminato lontane dai miei passi, amando e calandosi totalmente nei loro viaggi senza risparmiare emozioni e attenzione, ma sanno che resteranno sempre le benvenute qui tra le mie braccia, qualsiasi cosa accada.
Mi passo la mano tra i capelli sorridendo e sentendo la felicità e la pienezza di amore materno avvolgermi come un abbraccio, mentre stacco l’ennesimo “scrittino” rosa con delicatezza e lo ripongo insieme a tutti gli altri, come a cimelio di un paio di baci e di respiri che nella fretta non ci siamo scambiate.
(Dall’esperienza di Cosetta)