“Ciao…ciao mamma!” e riaggancia.
Aspetto sempre lo faccia lui per primo, perché è come se sentire il suo respiro prima del vuoto della linea telefonica, accorciasse la distanza.
Lui, il mio lato più bello, l’emozione completa dell’essere madre, essere il punto fermo l’uno dell’altra, anche se i chilometri ora ci dividono, la vita procede, per ognuno deve impastarsi e creare progetti, così è giusto e il perseverare di mio figlio è il lato che adoro di più, il restare ancorato ai propri scopi e realizzazioni..
Sognavo i suoi lineamenti già da ragazzina, sapevo che sarebbe stato maschio o la convinzione era un mio piccolo progetto del cuore, così scelsi il suo nome durante i miei tredici anni, che sul corpo scivolavano da bambina a rendermi ragazza. Solo anni dopo il desiderio si fece fatto concreto, passeggiavo per il paese e il gesto di una madre nel prendere in braccio la sua piccolina, mi accese dentro la fiamma della maternità. Era arrivato il momento giusto.
Gli occhi lontani di mio figlio che io vedo costantemente,, la fierezza che mi sfrigola dentro sapendo che sta bene anche in quello che fa, ancora dopo tutti questi anni mi chiedo se sono in grado di essere padrona del mio ruolo di madre, sebbene lui sia un uomo adulto, sebbene le mani non siano più strette nelle sue a proteggere i suoi passi incerti e durante quell’attesa difficile per il contesto, che dentro trattenevo e proteggevo sotto pelle e sotto il cuore, come se con il suo battito fosse culla e sostegno al mio piccolo amore.
Riparo e fortezza. Uno scrigno.
Allora di sogni per me, nelle notti di sorrisi mentre sfiorando la mia pelle immaginavo il suo futuro e oggi, un piccolo cofanetto dove gli lascio qualche soldino. Un sostegno, perché io madre sono questo, in ogni sua circostanza.
Lo schermo del cellulare ormai spento mi rimanda il mio volto. Sono stanca e forse me ne andrò a letto. Passo prima da quella che era la sua camera e resta tale per quando torna dalle sue trasferte. Sorrido alla levetta alzata dello scrigno, al gesto che compirà lui nell’aprirlo e mettere via ciò che gli ho lasciato. Non mi servirà il suo grazie, mi basta sapere lui stia bene.
Mamma è comprensione ovunque.
(Dall’esperienza di Elena)