Profumi

Ogni storia ha un profumo a mio parere

e oggi sento mele e cannella, qualcosa simile alla preparazione di uno strudel in un pomeriggio piovoso di fine autunno, con sorsi di inverno già addosso.
Impasto denso e mani dolci che nel mentre stanno anche ricordando carezze.
Capelli legati distrattamente sulla nuca, ciuffi che contornano il viso in modo simpatico, come quando da piccola scappavano dalla coda ben tirata che le acconciava la mamma.
Pasta sfoglia ben stesa, è ora di mettere il ripieno al centro e poi tagliare la pasta in modo da intrecciarne le strisce per il decoro. Tagli quasi perfetti per fare respirare la frutta, come quelli che dentro al cuore sembra vogliano far respirare ricordi.
Uno sguardo fuori, la pioggia batte, inforna il dolce e resta a guardarlo oltre le zigrinature del vetro. Sarà anche un modo di reagire all’essere rimasta sola, sarà anche una voglia di coccolarsi, sarà che la vita prosegue, ma ciò che non sarà più sarà l’amore di quell’uomo che rientrava a casa con le scarpe in mano, se pioveva.
Elisabetta insegna danza classica a bambine di sei anni, ama camminare vicino al fiume poco distante da casa e stare a chiacchierare ore con nonna Betta, stesso nome, stessi colori.
Nonna Betta lo conosceva, le era piaciuto fin da subito, gliel’aveva presentato un venerdì pomeriggio di marzo, il sole era caldo e lei stava raccogliendo asparagi selvatici dall’orto, quando vide la nipote con quel ragazzo alto, dai capelli scuri e la mano stretta in quella di Elisabetta.
Fu la prima a cui andò a dirlo, l’abbraccio di nonna avrebbe subito calmato un dolore violento, uno squarcio dovuto ad una tormenta. La disciplina rigida dell’accademia di ballo le aveva indurito il carattere e piangere davanti a qualcuno era come rendere troppo visibile la propria fragilità, ma quel giorno non voleva restare da sola. Non era mai successo.
Lui non era altro che avesse potuto mai provare.
Lui, si alzò quel mattino, le baciò la fronte e le disse che sarebbe tornato entro sera, le coperte erano calde, lei si girò per cercare il suo sguardo e si sentì sussurrare “amore non ti ho mai amata come oggi, chissà perché…” e uscì.
Lui dopo tre ore non c’era più. Non se l’era portato via solo un incidente ma anche tutti gli attimi prima, incastrati fino a quel momento, perché facevano tutti parte di un conto alla rovescia.
Profumi. Lui adorava lo strudel.

Livio. Il nome ha il profumo di storia

Di jeans e sigarette.
Mentre mescolo uno yogurt vaniglia e miele annoto prima che mi scappi l’aroma di parole nuove.
Insisto ma lui sta poggiato al muro di un vecchio stabile, sigaretta a mezzo labbro, occhiali a goccia, capelli chiari e ricci, guarda la strada davanti a sé. Le macchine passano, qualche autista gli butta uno sguardo distratto mentre lui con la mente è altrove.
Odia le attese. Mano sinistra nella tasca del jeans scuro mentre lei attraversa la strada. E’ nervosa dentro il suo abito leggero rosa chiaro, un cipria che accarezza il chiarore della pelle fresca di doccia e i capelli scuri che scaldano le spalle. Sono l’uno i colori contrari dell’altro.
Lui la ama e lei lo odia.
Livio che fuma e si stacca dal muro, si pettina velocemente i capelli e ammicca un mezzo sorriso, lei lo raggiunge e gli dice “oggi non è proprio giornata, mi si è rotta la lavatrice!”
“Non è mai giornata” pensa lui “mai per un bacio, mai per un noi, mai per amarti come vorrei.”
E’ sempre stato un tipo duro, ma lei ha qualcosa che dentro gli fa sentire le pareti crollare.
Peccato sia la sua dirigente e peccato sia sposata.
Peccato si senta come un ragazzino indifeso quando le sta vicino, peccato non pensare ad altro.
Quasi quarant’anni e non comandare sul cuore.
Passo veloce dentro dei tacchi neri e di vernice e lui la guarda sorridendo, fino a che lei non si ferma di colpo e gli punta il dito al petto. Si guardano e per lui tutto il resto scompare. Per la prima volta la vede ridere di gusto ma non sa per cosa e quasi ha paura di questa reazione.
“Dovresti sapere che non si cammina mai dietro alla donna che si ama.”
Sposta l’indice e riprende il suo passo veloce e deciso, Livio resta a metà marciapiede senza fiato, come spogliato. Lei l’ha sempre saputo.
Le emozioni vere sanno sempre come farsi trovare e assaporare.

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2018-11-10T18:30:43+01:00