Sono le quattro del mattino, mi sveglio e stando ben raggomitolata sotto le coperte mi metto a studiare.
Ieri sera non ce la facevo e ora le parole si incastrano negli occhi assonnati.
La luce gialla che riflette sulle pagine lucide di questo libro e lo sguardo che mi scappa allo specchio dell’armadio.
I capelli che ricadono sulle spalle coperte, gli passo le dita e li allontano dalla fronte.
Riprendo a memorizzare frasi.
Poi penso a cosa indosserò oggi per andare là, in aula.
Sedici anni fa.
E se fosse oggi?
Mi sveglierei e potrei restare in pigiama tutto il tempo.
Se avessi oggi quei diciassette anni.
Lockdown.
Studia, resta con la coperta addosso, una tazza di latte e i biscotti che si sbriciolano, l’aroma di caffè in cucina mentre mamma alza le tapparelle.
La sedia della scrivania e le matite che ho messo in ordine in un angolo, i libri sulla mensola e il computer che mi guarda sul tavolo qui accanto.
I piedi che poggiano al muro.
Voglio sentire la mia amica.
Lockdown.
E mi manca il profumo di quella voglia di fare un sacco di strada e sapere che lui è seduto in fondo al pullman.
La mia timidezza e la voglia di fargli un sorriso.
Resto in disparte a vederlo con gli amici.
No. Resto in camera mia.
In quella scuola che è stata chiusa due anni fa io ho lasciato i momenti più belli come la maggior parte di noi adulti oggi.
Tiro indietro la coperta e scendo dal letto, oggi il cielo è grigio e non posso uscire, devo aspettare.
La normalità.
Già, la normalità.
Un paio di jeans, il gubbino verde e le unghie corte, i capelli che scivolano sotto la tracolla dello zaino e il viso da coprire con una sciarpa, il bacio e l’abbraccio con le compagne di banco prima di entrare e aspettare la prof di economia.
Ma te lo ricordi quel giorno in cui indossavi il maglione nuovo e lui se ne accorse?
Dopo tutti questi anni mi resta ancora nella mente perché diventai rossa e lui me lo fece presente.
Le guance.
Quei tratti che ora sono coperti da una mascherina.
-Lasciati accarezzare…-
-No, non possiamo!-
Le panchine dove ci siamo trovati tante volte ora sono vuote ed io ho voglia di te amore mio, come facciamo?
Lockdown.
Baciami oltre una fotocamera che se chiudo gli occhi ti sento qui e ti amo più di prima.
Dov’è la normalità?
Un mostro invisibile ce l’ha portata via.
Ho paura.
Potremo mai dimenticare?
Diciassette anni ieri dentro di me mentre penso a quelli di oggi e tirerei un sipario se servisse a fare scomparire tutto.
Siamo sempre stati bravi a farcela ma il tempo cristallizzato non ce lo riporta più nessuno.
Metto le scarpe ed esco.
Lui mi aspetta.
Lo voglio dire ancora e non avere paura di avere davanti qualcuno che mi possa contagiare.
Lockdown.