Per Antonio

Quello che è successo oggi pomeriggio è stato strano, un segno così imprevedibile, proprio come eri tu. Mi è parso così di sentire la frenata della tua macchina vicino al cancello della nostra cascina e così capivamo subito che eri arrivato.

La tua Seat Ibiza che ti portava da casa dove vivevi ormai da tanti anni, fino a quella cascina dove tu tenevi le galline, avevi la vigna, c’era il rifugio delle sere d’estate in compagnia della tua famiglia. 

Eri il nostro vicino. Lo è stato per una vita tuo padre Marino e tu venivi lì a svagarti, a passare qualche ora lontano dalla vita di tutti i giorni da pensionato, per venire lì tra orto e spasso.

La bottiglia di vino sul tavolo, l’amico Gianni che arrivava in bici e ora penso che lassù tu gli stia raccontando le ultime battute della vita che hai vissuto senza di lui.

Sento le tue risate vibrare ancora oltre le orecchie, con quel cadenzare simpatico che ti caratterizzava, le frasi a tua moglie Angela che spesso fingeva di non sentire. La sua amica che tu un pò deridevi per farla innervosire.Troverai anche lei nell’oltre, sicuro che appena ti ha visto avrà storto un pò il labbro.

Sì, mi piace pensarti così caro Antonio, quel nonno simpaticone che aveva sempre la battuta pronta, come quando venne nel tuo cortile quel ragazzo di colore a chiederti se volevi comprare qualcosa della merce che teneva nel suo borsone e tu gli dicesti in dialetto. -Ti dò un euro, lo metti nel carrello, entri nel supermercato, fai il giro e esci! 

Ecco, mi pare di sentirti e mi vien da ridere e quanti aneddoti ci sarebbero a disegnarti!

Eri così, un compagnone, amavi stare con gli altri, mangiare, bere e…cantare!

Ricordo quel giorno d’estate in cui mamma portò a tua moglie una zucchina di quelle lunghe e tu le dicesti di aspettare che avevi una cosa da farle sentire e mettesti su una cassetta. 

Era una registrazione di te che intonavi “Vola Colomba” forse ad un matrimonio.

Poi nelle nottate estive con i gomiti ormai belli alticci nel tuo repertorio c’erano anche “Romagna Mia” e l’immancabile “O Mia Bela Madunina”! Lì, dove a Milano eri finito a lavorare negli anni ’60, lasciando il paesello dove i più anziani ti ricordavano come quello che passava con il carretto trainato dall’asino. E proprio con lui, caricando su altri amici, andavi alle cascine limitrofe e si faceva festa!

Quella era la vita di una volta, la vostra gioventù, la bellezza delle cose semplici, il riecheggiare delle risate lungo i muri e la fisarmonica che qualche amico sapeva suonare, mentre tu con il tuo vocione squillante strabuzzavi qualche strofa.

Allora, caro Antonio, qualche giorno fa la colomba è volata veramente, giusto?

Ma tu sappi che ci hai lasciato un gran simpatico ricordo!

Ti hanno portato via di venerdì e mi viene in mente che era il giorno in cui venivi al paesello, ebbene…ora hai chiuso il portone…fai buon viaggio!

(Per Antonio Nosotti, un ricordo di un vicino da non dimenticare!)

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2024-03-08T17:24:53+01:00