Orgasmo

Stanza dai mobili scuri e le tende color ecrù.

Indosso le mani sui fianchi mentre guardo un film e sento che la notte non ha voglia di raccontarmi sogni, il lenzuolo che mi accarezza le caviglie, mentre l’estate fuori racconta le giornate lunghe e afose.

Cosa sento?

Vedo le sue labbra, le so dipingere e poi le cancello perché non sono abbastanza succose sull’incavo del mio collo e rido sola abbracciando il cuscino come quella ragazzina che avevo dimenticato di essere.

Mi sfioro la spalla e mi rotolo sul letto come una gatta sorniona mentre il raso sulla pelle solletica e alzo i lembi della canottiera e le dita corrono sull’ombelico, un attimo che diventa brivido, la pelle d’oca che mi fa sentire il respiro e quegli occhi che mi desiderano.

La voce e le mie mani che pizzicano, grattano, agguantano, spogliano tutto e resto nuda su questo letto stropicciato.

Cosa succede?

I capelli che mi riempiono il volto di profumo di amore e non resisto, le gambe trattengono l’olfatto e non so più cosa sognare perché sui miei orizzonti sento ogni suo tocco.

Sorrido a me stessa e alle mie labbra che si sciolgono e perdo quasi i sensi, con il tocco che ha solo il suono di conchiglie colme di sale.

Mi distraggo, un rumore, la porta.

Mi devo ricomporre o anche no.

Che importa?

Resto così, per lui, per me.

La musica che diventa un fiume tra le mie cosce.

Lui che si ferma sulla soglia e gli occhi si infiammano.

Io le mani sulle lenzuola a coprire un pudore che non esiste, celare il sesso che non tace, lungo le pareti l’odore avvolto di ciò che non parla.

Si avvicina e sono baci che sanno di rabbia. Di vorace desiderio che imprime leggeri morsi alla base della mia nuca e il respiro si fa affanno mentre i miei fianchi accolgono la durezza dell’uomo che amo.

Cosa siamo?

Diventiamo un richiamo senza parole, membra che si schiudono che in questa lenta danza che poi aumenta, si fondono e un amore più grande non potevo desiderarlo.

Ne farei a meno?

Le mie mani sul suo viso, e sorrido mentre il culmine è più grande di una montagna che frana in una valle deserta e lo voglio.

Più oggi che ieri.

Non un vuoto ma una vita che stavo desiderando, lo amo, lo pretendo, mi sciolgo in un apice dolce agre come una mela che acerba si intinge in succo d’acero.

Non ne posso più fare a meno e restiamo uniti, incagliati, madre e padre di un futuro che ci ha stravolti e che dentro questa mia pelle candida trattengo gelosamente.

Orgasmo linfatico.

Orgasmo degli inferni che non potevamo far bruciare.

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2020-04-01T16:07:32+01:00