I contorni del viso che cambiano.
Le mani che si rompono in crepe, che sembrano solchi in cui carezze e strette si sono sciolte.
Pelle che profuma di anni trascorsi e creme stipate in un angolo del bagno.
Capelli che si spettinano in onde che come vento portano i pensieri lontano, dentro ad una giovinezza incisa in fotografie in bianco e nero e nei primi colori così tenui, che anche le tonalità degli abiti raccontano di quei ragazzi che sulle strade volevano correre e avevano degli ideali ben saldi.
Labbra che sembrano sempre quelle di una ragazza, che oltre il sorriso ha stipato tutti i racconti che nelle sere stanche non dimenticava mai di fare, anche se oggi sono sempre gli stessi, adoro ascoltarti e riflettermi nel luccichio dei tuoi occhi.
Il cangiare di pupille che sono state tristi, ma mai hanno ingannato ma protetto, portato gioia e coraggio anche mentre le tue mani tremavano.
Una mamma vera non sa mettersi in prima linea dimenticando i figli, ma li sa tenere al suo passo con forza e sostegno, ancora oggi, sempre, tu.
Un fiore che non appassisce, petali di stoffa come quei tessuti leggeri che ami osservare e che ti fanno disegnare ancora nella mente abiti eleganti e primaverili, chissà se come quelli che da ragazza volevi confezionarti.
Un sorriso che porta mille canzoni senza note, un’eternità sotto pelle, un cuore in ogni cosa che passa sotto i tuoi polpastrelli, dalle tue idee, dal tuo cuore.
Un esempio, la mia colonna.
O per me che mamma lo sono da poco, impacciata, a volte fragile, decisa e così piccola, perché credo che un figlio sia sempre più grande di noi, perché ha ogni giorno, anzi ogni attimo, qualcosa di nuovo da insegnarci e io ora, guardando il mio piccolo gnomo imparo di nuovo l’importanza di un passo, quello di un piede davanti ad un altro, dell’equilibrio, della bellezza di restare su, di essere fieri e poi sorridere.
La limpidezza, quella che tu non hai perso mai.
Mamma.
(Festa della Mamma 2019)