Riccioli biondi e occhioni neri.
Le mie dita ad accarezzarle la testa, il fiato leggero.
Le coccole del pomeriggio. Noi due sul divano.
Questo tempo che vorrei fermare, acchiappare, stringere, colorare.
Le sue mani tra i miei capelli.
La perfezione dell’amore.
Mia figlia Alice.
Desiderata tantissimo, accudita, cullata, stretta.
Disegnata dentro al mio cuore in quella lunga attesa che non aveva mai fine.
Appena sposata con mio marito decidemmo di provare ad avere un figlio, era un sogno di entrambi, avevamo ventiquattro anni e quel progetto di amore era la linea continua che accendeva la luce nei nostri occhi.
Un anno di rapporti ma nessun esito, così con i nostri cuori stretti in uno, perché la nostra unione era più forte di tutto, decidemmo di rivolgerci ad un centro di Procreazione Medicalmente Assistita e dopo i dovuti controlli capimmo che non saremmo potuti diventare genitori in modo naturale.
Quel bisogno di vita ci diede la forza necessaria per iniziare un periodo molto stressante sotto tutti i punti di vista.
Un lasso di tempo lungo quattro anni di cure, medicine, lacrime, dolori, speranza, ma che finalmente il 20 aprile del 2018 ci ha dato una notizia bellissima: ero incinta!
Nel percorso di PMA non c’è il momento magico del test fatto in casa dove si formano le due lineette consecutive, ma si aspettano i valori Beta e ricordo benissimo il numero 146!
In realtà l’esito arrivato attorno alle 14 di quel giorno stupendo, lo lesse prima mio marito che per annunciarmi quel tanto agognato “positivo” venne a baciarmi la pancia.
Io non ci credevo e a dir la verità non ci credo ancora ora ricordando, sebbene quel puntino microscopico ora sia qui poggiato al mio petto e abbia già superato i tre anni di età!
Entrai in uno stato di grazia totale!
Mi sentivo sollevare, fu un’attesa bellissima, straordinaria, ogni mese contavo i giorni che mi dividevano dal controllo, per vedere la mia bimba crescere dentro di me e sapere che tutto stava procedendo nel migliore dei modi.
Il nostro sogno stava prendendo forma e io mi sentivo la donna più felice di questa terra.
Non esisteva altro, non esiste altro.
Alice è la mia vita, la mia essenza, lei è me.
E’ un’unione indissolubile, il destino mi ha reso madre e non mi importa se ho dovuto fare un percorso diverso, lei è qui con me, lei che vedo crescere troppo velocemente e se ci penso mi viene una stretta al petto perché dopo averla aspettata per cinque lunghi anni, ho proprio paura che vada via da me troppo velocemente. Poi mi calmo, in fondo è la vita, ci sarà il momento anche per quello.
La stringo stretta, lei non sa che pensiero mi è passato in testa, ascolto il suo cuore, è il battito che aspettavo da sempre.
(Dall’esperienza di Angela)