La sigaretta sul posacenere.
Lo sguardo perso oltre i tavolini di quel bar deserto.
Il senso di appagamento e di calma.
Istanti.
Il fumo che sale, come a richiamo di una nuova boccata.
Il giubbetto di pelle, il cappello.
La vita.
Un sorriso sotto la barba da ragazzino.
Sto qui dietro alla colonna a guardarlo.
Questa piazza grande come un’arena nella quale le voci si disperdono e fanno eco al mio cuore che batte forte.
Le mani fredde, le stringo in pugni vigili.
Oggi come se fosse ieri.
Un passo dopo l’altro mentre lui squadra ogni angolo di questo mondo a cielo aperto, i portici dove passeggiano coppie e solitari curiosi, io che cerco di mimetizzarmi, non voglio mi veda prima del tempo.
Un’altra sigaretta ferma tra indice e medio e penso a quelle labbra che sapranno di tabacco.
Scuoto la testa tra me e me e abbasso gli occhi guardandomi la punta dei piedi mentre il tremore solletica le ginocchia e stringe la bocca dello stomaco.
Sono quasi vicina e ora di certo non può vedermi perché sono alle sue spalle, nervoso guarda il cellulare e sento che mi vibra in tasca.
Respiro piano e credo di avere le guance congelate per la sensazione di smarrimento e adrenalina.
Un passo, un altro ancora e mentre sono vicina e gli guardo la testa, lui si gira, la saliva mi scivola in gola come cemento e inizio a ridere come una ragazzina.
Lui si alza e apre le braccia.
Mille volte ho immaginato ma mai così semplicemente.
Mi ci butto, lo stringo forte, non importa se sa di nicotina, sotto tutto c’è il cuore che voglio stringere da una vita e poggiando la testa lo sento battere quasi più del mio.
Non dico niente, lui neppure, le sue mani dalla vita, mi salgono tra i capelli, sento le sue labbra sulla mia testa.
Protezione.
Lo stringo forte.
Amore.
Mi stacco ma non riesco a guardarlo da così vicino e imbarazzata prendo la sedia e ci poggio la borsa, prima di sedermi e così, con quella leggera distanza, inizio a guardargli le mani, poi le spalle, il mento, il naso e gli occhi.
Lui ride, mi prende già in giro.
Beviamo qualcosa e inizio a riprendermi, le cose che non possono avverarsi se il destino le fa accadere, ti portano delle sensazioni uniche, indescrivibili, incondizionate.
Tutto diventa reale.
I passi vicini.
Le mani strette che riprendono calore.
E l’essersi amati da sempre.
Esistono le favole.
Eccone una.
Piccolo deserto incontaminato.
Grande giardino segreto con alti cancelli invalicabili.