Il cielo grigio.
La stanza nella penombra dove l’inverno ha la sabbia negli occhi.
Metto la musica dentro le orecchie e dentro al cuore.
E cosa ne salterà fuori?
Sotto i polpastrelli mi scaldano parole che ora brulicano su un foglio bianco.
Vedo due labbra che assaggiano un bicchiere di vino rosso e altre due fredde per un tempo troppo lungo senza baci.
Si può essere distanti anche ad essere nella stessa stanza.
Adagia il bicchiere e alza gli occhi verso la piazza, si è svegliato con una sensazione strana dentro al petto e non passa neppure a mordere qualcosa di salato, la sigaretta tra le labbra e il nervoso lungo le dita, boccate di fumo che si sbriciolano dentro il vento leggero che passa.
I gradini dove si rincorrono dei ragazzini che non hanno nessun peso sulle spalle, lui sorride ad un tempo in cui era lui stesso a correre là sopra e non lo sapeva nessuno.
Il telefono che resta in silenzio.
Cosa manca?
Lei.
E passa una bicicletta mezza sgangherata, stridono le ruote.
Un pò di cenere sul tavolo apparecchiato di bianco e una coppia non più giovane che gli cede uno sguardo, tutto da soffiare via.
Non crederci e un attimo che si infrange mentre qualcosa vibra nell’aria. Una voce di donna che corre felice dietro ad un bambino piccolo che disegna i primi passi.
Scuotere la testa e alzarsi per andare a saldare il conto, una storia che non è vera se non si può toccare, le labbra che sanno di vino e le dita che bruciano di una sigaretta ormai accartocciata dentro il posacenere nero su un tavolo che avrà sentito parole e anche parecchi silenzi.
Qualche passo sotto il sole, il cappello da sistemare sulla fronte e la mente altrove.
Dentro un luogo segreto che profuma di rinascita.
Le mani in tasca e il cuore che batte più forte ad ogni nuovo pensiero.
Sente dei passi ma non si volta.
Poi si ferma quel ticchettio e si ferma anche lui. Gira piano la testa come se ci sperasse, il muro bianco e il respiro che si ferma.
Due occhi grandi pieni di vita e speranza, il ciuffo che ricade sulla fronte e le labbra rosse a contornare un sorriso che pian piano si spalanca come le braccia. Lei che piega la testa sulla destra come ad invitarlo a raggiungerla.
Lui che sgrana gli occhi e poi inizia a correre giù da quegli scalini che lo hanno visto ragazzino e prenderla tra le braccia, stringerla e non lasciarla più, il naso che respira l’amore che credeva non avrebbe mai più toccato.
Tutto un girotondo mentre i cuori scoppiano.
Non ci sono che loro.
Vola via ogni minuto e poi la mette a terra, le prende le mani, la guarda, non ci crede, le accarezza il viso e poi la bacia come se non ci fosse stato nient’altro nella sua vita.
Cosa sei?
C’è sempre un destino che ha qualcosa da regalare.
Sono brava a vedere i sogni e chissà se in un angolo di questo mondo malato, non si stiano realizzando.