Il cartone umido e la pizza calda al suo interno.
La tavola apparecchiata e le birre stappate.
Una cena veloce ma la bellezza del sabato sera in famiglia.
L’idea di qualcosa di veloce da parte di mia figlia, per far riposare mamma e poi godere di un film. Stasera insieme, ogni tanto le va ancora. Sorrido perché la sua età corre e questi primi passi dell’autonomia a me sembrano invece scatti vertiginosi verso un tempo che io non potrò più controllare. Un lasciare andare che spero non mi faccia troppa paura.
“Stasera pizza!” e un colpo di fianco, poi un altro e un altro ancora… fino a cinque! Una sorta di “give me five” che coinvolge ogni movimento del corpo.
Non ricordo quando abbiamo istituito questa “danza”, forse un pomeriggio d’inverno mentre guardavamo un film americano.
Abbiamo creato il nostro tocco e via!
Un patto di fratellanza, un gesto buffo che racchiude un affetto indissolubile, quello che racconta le parole che spesso non facciamo uscire, ma che con gli sguardi sono prepotenti e ricche di complicità.
Mia figlia, mio piccolo orgoglio, fierezza in questo mondo che scivola di certezze, lei che mi riempie di gioia e colma d’amore, è cresciuta così velocemente che nello ieri della sua nascita io non mi ritrovo più.
Tutto veloce, come il suo arrivo, una sorpresa soffice che se ci penso sento solo il profumo dei capelli di mia moglie in cui mi sono rifugiato dopo aver visto che il test di gravidanza era positivo.
Nostra figlia che ora sta cercando un film che possa piacere a tutti e tre e ogni tanto mi tira un’occhiata vivace, lei che forse vorrebbe raccontarmi tante cose, ma nella sua timida età tiene i segreti sotto le ciglia.
Sono felice di essere suo padre, di condividere sotto il nostro tetto preoccupazioni e progetti, un’unione senza riserve, un piccolo universo dove le stelle le gestiamo noi.
Insomma, per lei io ho la speranza che vinca sempre l’originalità della vita e la genuinità del suo essere. Vinca sempre la cura del suo tempo, del suo amare divertirsi con freschezza!
(Dall’esperienza di M.)