Apri la finestra, il giorno è già cominciato.
Una tazza di caffè e una brioche.
Gli occhi ancora assonnati e il pensiero di una settimana quasi giunta al termine.
I rumori ovattati oltre i vetri e la lentezza del mattino.
Un biglietto che fa capolino da sotto il centrotavola.
Gli angoli un pò spiegazzati.
E quelle parole.
“Eccomi qui. Buon compleanno.”
Le palpebre si abbassano come a respirare lentamente la consapevolezza.
Una mano tra i capelli, il silenzio dentro la casa.
E’ ora di prepararsi, altrimenti si fa tardi al lavoro.
E’ ora di vestirsi, di radersi velocemente, di guardarsi allo specchio e darsi il dopobarba sul mento.
E’ ora, il tempo non aspetta.
Passano i minuti.
Passano gli anni.
Sono trascorsi gli anni e oggi sono trentacinque e io ti vedo da oltre un vetro.
Ti disegno in mille azioni che ti avrei visto addosso, perché sono quelle abitudini che si incastrano nella vita di quasi tutti gli uomini.
Il privilegio della fantasia, di fare in modo tu possa continuare a vivere in qualche modo.
Credo di aver passato pochi anni a credere che la tua vita si fosse fermata, io poi sono cresciuta e una parte di me ha cominciato a pensare che in qualche modo dovessi proseguire anche tu.
Trentacinque anni oggi, dentro quel corpo dalla carnagione rosea e quel neo sul collo, appena vicino alla barba bionda che alcune volte fai crescere.
Non è fantasia, è voglia di crederti altrove.
La musica che ti tiene compagnia mentre guidi e i sorrisi mentre vai a prendere la tua compagna fuori dal lavoro e poi andate fuori a cena.
Normalità.
Dovevi averla anche tu una vita così.
Per fare pace con quel giorno ho iniziato ad immaginarti altrove.
Apri l’armadio e indossa una camicia colorata, guardati allo specchio e fai una smorfia, metti gli occhiali e osserva il tuo profilo da uomo.
Sei bello.
Qualcosa che si può descrivere come perfetto.
Perché chi resta eterno è così.
Perfetto.
Quindi stasera festeggia, prendi un aperitivo e sgranocchia qualche nocciolina e poi vai in quel posto carino a mangiare quelle tagliatelle al sugo di noci di cui il tuo palato si è innamorato.
Non smettere mai di essere altrove.
Anche se fuori si è fatto buio e un altro anno è passato.
Anche se saranno dodici per sempre, oggi saranno trentacinque pure per te.
Non ci sarà mare più sconosciuto che quello che resterà nei tuoi occhi per sempre.
Spegni la candelina.
Io ti ricordo, ti dipingo.
Ti lascio un biglietto.
“Eccomi qui. Buon compleanno.”
Tu eterno.
Tu, Francesco.
(03/11/1987 – 03/11/2022)