Il tempo è sempre troppo poco per fare tutto e mi capita spesso di volermi fermare a osservare quello che mi gira attorno, non smettere mai di essere curiosa, di alimentare la mia vita di sorprese.
Prendo un foglio questa sera, ho voglia di scrivere, io che ogni tanto mi cimento e butto giù qualche verso, ma stavolta vorrei regalare qualcosa a me stessa.
Mi guardo le mani, lavoratrici, veloci e calde di coccole verso i miei figli.
Piene di abbracci e carezze.
Sono trascorsi quattordici anni da quella prima gravidanza, quella che ho sempre pensato fosse l’unica cosa che potesse sancire l’unione con l’uomo che amo, ancora di più di un matrimonio.
Giovane, piena di vita arrivò quel dono, mentre facevo un lavoro che mi appagava, di cui assorbivo ogni dettaglio, perché le persone anziane con cui lavoravo erano un carico pieno di nozioni, ricordi, lentezza nei loro modi che a volte purtroppo io accompagnavo anche in quell’ultimo triste tragitto della vita.
Dovetti così lasciare quello che mi piaceva per qualcosa di più grande, i turni di notte e i pesi che avrei dovuto alzare, non potevano di certo andare di pari passo con una gravidanza e così mi trovai a godermi ogni giorno pienamente, con la calma e la pace interiore di una crescita che all’inizio mi aveva sorpresa, non avendo sintomi forti.
Andavo al mare e accarezzavo la mia pancia, le poggiavo sopra un vecchio mangianastri e facevo ascoltare al mio bimbo dei brani di Battisti, dei Red Hot Chili Peppers e dei Rem.
Mi sentivo felice, ma anche malinconica perché spesso mio marito era lontano da casa, tornava tardi e stava via anche al sabato, ma poi è arrivato nostro figlio e io sono stata felicissima di crescerlo, di prendermi cura di quel neonato dolce, di instaurare con lui un rapporto molto complice, forse anche per via di alcuni problemi di salute che lo avevano colpito, quindi anche ora io riesco a decifrare i suoi silenzi, dai suoi occhi vedo se ci sono della difficoltà.
E’ chiuso ma quel suo essere nasconde un carattere bellissimo, a volte io vorrei si aprisse anche con mio marito, perché so che sebbene spesso via da casa, lui è presente, è un uomo splendido. La presenza di un padre è importantissima, proprio come quella di una madre.
E io lo so bene.
Mio padre che ritrovo nello sguardo di mia figlia, che ha la grinta anche di mia madre, parrà strano, ma dentro la sua forza ci vedo proprio coloro che mi hanno messa al mondo!
Penso che il suo carattere sia anche legato alla gravidanza più difficile rispetto a quella del fratello, con lei dovetti fare punture, dimagrii molto, ebbi episodi di vomito fino all’ottavo mese e soprattutto non la presi benissimo quando scoprii di essere incinta dopo tre anni, perché stavo per iniziare a lavorare e così mi trovai di nuovo a casa e di nuovo sola.
E dopo un anno questo fu un pò la miccia che fece scoppiare il mio matrimonio.
Mi sentivo fragile, io che avevo bisogno di essere indipendente anche economicamente, di uscire, lavorare, vedere persone nuove, mi sentivo stretta in qualcosa che non mi apparteneva e il poco dialogo con mio marito ci ha portato a separarci.
Fino a quando nostro figlio non stette male dopo un anno, quella paura fortissima verso la sua salute ci ha uniti di nuovo, abbiamo capito lì che, come recita Jovanotti in una sua canzone “attraversiamo il fuoco con un ghiacciolo in mano”, non potevamo stare lontani l’uno dall’altra. I nostri figli avevano bisogno di noi, ma soprattutto noi di loro, ma assieme, nonostante tutto.
Le mani mi tremano mentre scrivo, mentre ripenso a quanta strada fatta, mentre penso alla lettera che scrissi a mio figlio mentre lo aspettavo e che ancora non ha letto.
Penso ai nostri abbracci, ai baci che invece io e sua sorella ci diamo sulle labbra, a come lei sia solare e spedita nelle sue decisioni, nei suoi rapporti e anche se cerco di farle fare da sola le sue scelte, sono sempre pronta ad intervenire tipo carro armato.
Mamma così, un pò impacciata a volte, ma felice vedendoli crescere con i loro caratteri estremamente diversi, ma pieni di sapore.
In fondo chi non ha paure per il futuro?
Potrei pensare di trovarli tra qualche anno totalmente cambiati, magari lui più sicuro e lei più riflessiva, ma sono qua pronta a vederli e a conoscerli anche in quella versione, perché una madre non smette mai di incontrare i propri figli, anche se li vede tutti i giorni.
(Dall’esperienza di Silvia)