Ho fatto una salsa agli asparagi.
Sono i primi sul mercato.
Sono i primi sapori della primavera, dei nuovi inizi anche se là fuori c’è un mondo grigio che fa paura.
In casa c’è calma.
Le mani sul piano della cucina e il silenzio.
Un primo da decidere.
Un pranzo per due.
E ricordo di colpo le domeniche mattina ad impastare assieme.
Piccolo uomo.
Forse sono cresciuta dentro a quel desiderio di diventare madre, così decisa a prendermi cura di lui che ogni sera cantavo canzoni italiane e leggevo ad alta voce, mentre accarezzavo il mio grembo che cambiava forma. Mentre dormivo un sacco di ore e mi godevo tante coppe di gelato al cioccolato.
Lo proteggevo così mentre ancora era dentro di me, ma una volta fuori, quanto sono fragili i nostri figli?
Lui, ormai adulto ora, il suo essere garbato, silenzioso, rispettoso degli spazi, a volte chiuso, da capire, sì, ancora da proteggere per l’appunto.
O sono io che ho bisogno lo faccia lui con me?
Perché la paura si chiuda di nuovo e che non sia in grado di chiedere aiuto davanti al vacillare nella vita, mi stringe a volte la gola.
È un respiro che si fa lento.
Un riavvolgere un nastro lungo e tiepido.
Ero già donna, ma decisa, volevo un figlio e misi alle strette il mio fidanzato di allora, poi marito e ora solo un padre.
Come ti sorprende la vita.
Come ti cambia.
Come ti guarda negli occhi e ti abbraccia con lo sguardo, senza dire altro.
Sì, quella vita, mio figlio.
Nient’altro da aggiungere.
Forse solo un pò di sale qui sopra alla salsa, così, quanto basta!
(Dall’esperienza di Damiana)