Quasi sera, faccio una passeggiata e passa una macchina lentamente.
Ha la musica a tutto volume e quelle note hanno un non so che di famigliare.
Lei va, ma a me restano dentro.
Mi ricordano qualcosa, comincio a canticchiarle e non riesco a fermarmi, deve essere legata ad un periodo particolare. Le parole si fanno più nitide e sorrido.
Sono trascorsi vent’anni.
Come può un attimo veloce come quello appena vissuto riportarmi una vita fa?
L’attesa di mia figlia, la voglia di sorpresa, quel viaggio lontani dopo il matrimonio che ci ha regalato il dono di una vita nuova.
Il desiderio era dentro, non prendeva tutto lo spazio, ma stuzzicava la voglia di futuro e così siamo diventati genitori a distanza di poco tempo dalla prima figlia con il secondo figlio.
La felicità mi aveva abbracciata, anche se a volte i pensieri mi facevano visita, sapevo che sarei stata sola a crescerli per via del lavoro di mio marito parecchio impegnativo, ma ce l’avrei fatta, la forza di una madre non si può paragonare a nulla.
Continuo a passeggiare e mi ritrovo davanti alla gelateria del paese, sorrido davanti alla vetrina, mi ci specchio e sento le mie risate, unite a quelle dei ragazzi mentre ci gustiamo una coppa di buon gelato, così, noi tre, in balia dei nostri discorsi, delle nostre confidenze, anche se crescendo loro ora hanno i loro segreti, i loro spazi.
E’ giusto così, si stanno facendo largo nel mondo e io dò loro dei consigli, anche se poi fanno come gli pare!
E’ una ruota che gira, è la vita che prende la sua direzione, hanno le loro esperienze da fare, i loro imbocchi da prendere, un lavoro che li soddisfi, i sogni da inseguire.
Sospiro mentre prendo la strada verso casa, mentre quella canzone è sfumata e canticchio altro.
Penso che a volte la felicità è davvero fatta di piccole cose.
Un gelato, una passeggiata, un sorriso.
La spensieratezza dei miei figli che ora si staranno già chiedendo dove sia finita, sono diventati così protettivi e curiosi nei miei confronti che mentre ci penso scuoto la testa e rido tra me e me.
(Dall’esperienza di Wena)