Biscotti al cacao, una tazza di latte caldo, l’autunno fuori dalla finestra che avvolge di grigio i contorni delle case, dei cancelli, dei visi.
Ovattate le voci che passano oltre i vetri.
Tiepido respiro da sotto il pigiama ancora estivo, i capelli che mi ricadono scompigliati sulle spalle, mi sento ragazzina, dolcemente in balia di sogni.
Torno ad aver voglia di scrivere, tremano piano le mani sui tasti neri.
I ricordi si rincorrono, le parole che oltre uno schermo diventano il suono di una voce che da anni non sento più, come una promessa fatta in un pomeriggio di autunno.
Come un canto che ritorna, caldo nei suoi toni e le mie braccia attorno alla vita, a cullarmi.
Torno a dare spazio alle mie emozioni, dopo una stagione calda che ha soffocato il tempo, ha rincorso i mesi con foga, portandosi via così tanti attimi che non li so neppure colorare.
L’estate corre, scivola addosso come sabbia, ne resta il fitto contorno.
La pelle nuda della quale ho vergogna, il non sentirmi a mio agio baciata dal sole, divento me stessa solo se ci sono quegli occhi a scrutarmi.
Limpida, fragile, dentro quello sguardo che mi sorprende.
Un profilo perfetto, si gira piano e io resto ferma ad ammirare.
Mi trema la voce in quell’unica frase che riesco a pronunciare, con la paura non si possa udire.
Sono un brivido.
Ecco perché mi sento a mio agio coperta, mentre mi spoglio dentro le mie parole.
Dipingo sensazioni, sfoglio un equilibrio a cui non mi voglio abituare.
Non sono brava, ho solo imparato, ogni giorno provo a ringraziarmi per quello che faccio, perché non è semplice, nulla lo è.
Soprattutto restare in silenzio e tenere tutto dentro.
Di evidente resta solo un grande sorriso e i miei occhi che luccicano, mentre sono come polpastrelli che vogliono dare carezze.