Tango e velluto

Un pianoforte e il cielo che si china alla pioggia.

Schiena piegata e tenerezze nelle mani che si spogliano mentre bussano alla porta dei pensieri.

Abbiamo cominciato a fare l’amore mentre ancora non ci eravamo guardati negli occhi, era come un tango che non aveva musica ma un sacco di parole e io sentivo le tue risate.

Due ragazzini nel corpo adulto che ha già sentito il freddo del vento che sferza dentro ed è come quelle giornate di mare d’inverno che gratta gli scogli e cerca di riportare i calori dell’estate che non ha avuto guai.

Vengo a guardarti da dietro un vetro, mentre sei così serio che mi pare di sfiorare la copertina di un libro e aver paura di sgualcire le pagine che non oso sfogliare.

Corro e vengo a prenderti dentro i tasti di un pianoforte rimasto impolverato per troppo tempo, sono il sinonimo di un tempo represso, cospargiti di fiamme che sanno accendere le tue labbra, carne pura.

Non guardare in alto che mi innamoro ancora dei tuoi occhi, guarda in basso che stringo la tua testa sul mio petto dove il cuore ha il battito del tuo.

Amore.

Prendimi.

E raggiungimi.

Bambina.

La tua.

Le gambe incrociate su una panchina di legno, le foglie bagnate in basso e conto i loro profili spezzati dai passi che non hanno avuto riguardo nel calpestare una storia che nessuno leggerà.

Sono come un’ombra che non rincorre la sagoma ma si nasconde dietro i mattoni di un muro che porta al castello con le pareti bianche che ho dipinto mentre tu non c’eri e poi sei arrivato e sei rimasto stupito.

Come quando mi hai vista la prima volta, hai piegato la testa di lato e dentro le pupille avevi mille parole che io ancora oggi cerco di decifrare.

Guardami e non smettere che poi il sottofondo lo metto io.

Continua a farmi aspettare che poi prendo i passi e stanca ma piena di amore, tolgo i bagagli e li apro per fare volare via il peso di una vita che senza di te non mi può più appartenere.

Ormai ti ho portato ovunque e anche se siamo stati stranieri dentro ad una terra che portava il nostro amore, ora convinciti che se ti stringo la mano non è per distrarti ma per farti capire che io non me ne andrò mai.

Scende la sera come un vestito blu notte, un velluto che mi scivola sulle gambe pallide, principessa che non sa nulla del regno che le è stato dato e vorrebbe solo correre tra l’erba di un mondo che forse un giorno vedrà.

Sei il profumo che riconoscerei sotto il chiaro di tutte le lune, nuove o calanti.

Distanti o coperte.

Incenso che brucia.

Alito dentro ad una stanza che arieggio ogni mattina.

Sesso e protezione.

Sono nuda di anima perché tu l’hai scoperta e se continuo a tremare non importa, perché so che ci sei.

So che ci sei tu ad amarmi.

Ballo impacciata.

Un tango che ondeggia sui fianchi e sul collo, dammi le mani e respira.

Mio vulcano.

Fa tutto parte di noi.

Ora.

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2020-12-20T16:56:04+01:00