Guardo il calendario da giorni.
Più cresco e più mi abbandona la consapevolezza. Come funziona?
Non era che più si cresceva, più ci si rendeva conto delle cose?
Io non ce la faccio.
Mi batte in testa questa musica che sono certa ti sarebbe piaciuta. I polpastrelli seguono il ritmo e fanno uscire le lettere come se fossero lacrime.
Perché io dentro adesso sento una sorta di rabbia?
Non serve a nulla il tempo, non serve a nulla, le cose le cambia solo o in meglio o in peggio e io so solo che non ci sei.
Da vent’anni.
Oggi 1° Agosto sono vent’anni.
Chester Bennington nel 2003 rompeva il cuore con quella Numb che mi sta accompagnando da settimane ogni volta che scrivo.
Guardami.
Mi vedi?
Io ho avuto questa possibilità e non permetterò a niente e nessuno di portarmi via il sorriso.
Ti vedo, come quel ragazzino eterno, così come i veri angeli sono.
E ci credo ma non serve lo dica a te, forse devo solo convincere me stessa.
Potessimo scegliere il destino scriveremmo tutti delle belle favole e invece qualcun altro ha scritto per noi e in certi punti l’inchiostro per alcuni ha fatto le bizze.
Per te è finito troppo presto.
Non voglio essere triste, non servirebbe a nulla. Non serve più da tempo, si cristallina tutto ma è come guardare un quadro e ogni volta provare emozioni nuove.
Ti ho immaginato adulto, ti ho rivisto bambino, ti ho ascoltato ancora nei ricordi, ti ho regalato i miei momenti più belli e ti ho pregato in quelli più bui.
Mi hai portato dei sogni bellissimi da sfogliare e uno da guardare.
Lo sai e lo so, quando sono venuta a trovarti due settimane fa, sotto gli occhiali scuri gli occhi sono diventati lucidi e ho sentito come una carezza.
Non serve dirlo agli altri, non mi serve raccontare di te a tutti.
Tu ci sei e resterai per sempre.
(A Francesco, in quel pezzo del mio cuore in cui è rimasto)