Quella mattina mi svegliai e non potei più camminare.
Un black out.
Il 26 agosto 2008 si è fermato tutto e niente è stato più come prima.
Il giorno prima un mal di testa che non si degnava di passare, non allentava la sua presa.
Quel giro a Piacenza, la musica alta e nessuna paura.
Il giorno dopo, la fine.
Respiro ora, non sarò mai in grado di dimenticare l’inferno perché è sempre dietro l’angolo, in agguato a bruciarmi la serenità.
Avevo poco più di vent’anni, tanti segnali a cui non ero riuscita a dare un nome.
Finché non è scoppiato tutto e ci vollero quattordici mesi per sapere cosa fosse.
E il dopo che non passerà mai.
Oggi qui seduta, il male che si palesa negli occhi, la freddezza della pelle e torna tutto a bussare.
Il caldo fuori e io come un ghiacciolo, non riuscire a reggermi in piedi.
La mia vita non tornerà più a essere come una volta vero?
Quel maledetto black out.
Fa resistenza oggi, sono diventata donna in questo dolore che mi ha cancellato spesso la memoria, io scrivo ma poi non ricordo e invece so perfettamente tante altre cose che non sono mai state scritte.
Le gambe che tremano e il vuoto che si fa sempre più insistente.
Chiudo gli occhi ma so che non sto dormendo e il tormento è qui ad aspettarmi.
Gli occhi grandi e spenti, impenetrabili.
Metto sul bianco un pò di inchiostro nero, penso che devo solo riposare dopo questa ennesima prova che non posso raccontare, dopo questo bruciare insistente.
Passerà ancora e ancora, piano piano.
La musica e la stanza che mi ripara.
E le piazze torneranno ad essere enormi, il mio cuore rimpicciolirà ancora un pò e saranno i muri a raccogliermi come sempre.
Non sarò mai salva.
Navigherò sempre lontana da tutto e tutto. Ormai ho capito che vivrò di prove quotidiane.
Lo so da più di dodici anni, da quell’estate del 2005 quando per la prima volta sentii la testa abbandonarmi e credevo di non farcela e invece sono ancora qui.
Come una latta presa di mira con un fucile, sfiorata dalle pallottole ma mai buttata giù.
Arriverà quel giorno ma io non lo sto aspettando.
Sarà indolore perché io dimenticherò tutto.
(Al mio mostro)