Silenzio.
Cuffie.
Microfono ok.
Si va in onda.
La luce soffusa.
La notte.
La musica e la voce calma che trasmette.
Scelgo i brani, mi rilasso.
Incanalo, mi diverto.
Il tempo e intanto penso.
Gli accordi e la gestione delle parole.
Un nuovo brano o solo un’onda passeggera.
Ti vedo, là fuori, così, mi sei venuta in mente mentre tornavo a casa.
Sotto il cielo indeciso, sotto qualche goccia di pioggia che sporca i vetri.
Qualche battuta e rido.
Adesso é notte, calore, come quel giorno veloce.
Io fissato per le cose belle, per le emozioni forti, ricordi e ne bevo ancora gli attimi.
Il basso sfuma il finale, guarda che faccio il burlone ma è che mi sei venuta in mente e mi sembra di ballare.
Passa il vento come dentro ad un canale, roteo la penna tra le dita e sì, non sono pensieri normali.
Scosto la cuffia dall’orecchio, mi è parso di sentire un rumore, forse un tuono o qualche notturno.
Sì ti ho pensata, troppo banale vero?
Non vuol dire niente, rigo dritto, però un pò mi piace e sono sincero.
La musica finisce, riparte un altro brano.
Ti ho scritto e poi ti ho ritrovata nel posto dove ci eravamo conosciuti, un pò come una vecchia casa chiusa da anni e aveva uno strano odore questa mattina svegliandomi, eravamo assieme, lo so, non era da me non avvicinarmi, ma era come trovarmi lì stranito, in una vecchia casa dalle pareti scrostate.
Non dipingiamole, a me piacciono così, incasinate, mezze rosse, mezze gialle, mezzo ritmo e un pò di voce.
Mi sei venuta in mente e se ti faccio ridere è perché ti ricordo ancora un pò.
(Una semplice dedica)