Tra poco sarà l’alba e sono già sveglio.
Sento il calore sulle spalle che il sole di ieri mi ha lasciato, mentre finivo di sistemare le pietre nel giardino.
Mi giro sul fianco e vedo il profilo di mia moglie nel buio, potrei disegnarne il contorno senza accendere nessuna luce.
E mi ricordo le notti in cui anche lei non dormiva ed io le carezzavo la pancia, sussurravo alle nostre bimbe quei progetti di padre che non vedevo l’ora di mettere in pratica con loro.
Immaginavo come poteva essere prendersi cura di una creatura così splendida e piccola che mi poteva somigliare e che guardandomi poi mi avrebbe anche copiato.
Sognavo e ora non ci credo, quei piccoli giochi, quei piccoli lavori che allora descrivevo e basta, ora li faccio davvero con loro.
Come sono cresciute!
Come sono belle!
Le mie principesse!
Ho cercato sempre di essere presente, di non mancare a nessun appuntamento, durante le analisi, le visite, era come essere già pienamente responsabile, come se fossi padrone del mondo, ma in realtà erano giù loro a indicarmi cosa dovevo fare.
La felicità di poter prendermi cura di una vita, di essere in grado, era il mio progetto più grande, quello per cui ho dato e avrei dato la vita.
Spesso sto seduto in giardino, soprattutto durante questi giorni lenti e in cui cerco di dedicarmi a lavori manuali e le osservo correre felici, scherzare, arrivare ad abbracciarmi e un pò penso che gli sto dando quello che io non ho potuto avere alla loro età, cerco di non fargli mancare nulla e non parlo di sole cose materiali, perché credo che avere tutto e subito sia più un male che un bene, voglio anche crescerle nel rispetto delle attese e nel meritarsi ogni cosa.
Io che non so se sto facendo un buon lavoro anche se lo leggo dai loro occhi, loro che mi disegnano come un super eroe e mi sento l’uomo più felice del mondo.
Il buio della notte diventa meno nero con questi pensieri e sorrido.
Sento già le loro mani piccole stringersi nelle mie grandi dopo che ci siamo dati un bel cinque, perché noi siamo una squadra!
Siamo un’unione!
Siamo tutto!
Loro sono il mio continuo desiderio di esserci. Di vita!
(Dall’esperienza di Flavio)