In punta di piedi

La stanza nella penombra ed il cuscino sul divano sgualcito dal sonno del pomeriggio.

Un giorno di riposo, la pace della casa assorta nel silenzio e quella cornice che dopo un’occhiata furtiva, mi dona la sensazione di una giornata calda di sole primaverile.

Tanti anni fa, pensieri diversi ed il mio sorriso che non conosceva le rughe che indosso ora.

Le mani ad abbracciare i miei figli, loro piccoli ed ora già adulti. Padroni di un mondo e delle loro certezze, spero sempre siano felici e che abbiano come ricchezza predominante la salute.

Perché mentre li aspettavo, mentre accarezzavo il mio grembo e poi li vedevo crescere, mi sono sempre protetta, avevo paura di ammalarmi e non potermi occupare di loro.

Ero sola e loro molto piccoli e quasi gemelli, nei sei mesi che li separano; cercavo di camminare in punta di piedi durante i giorni della loro infanzia per non perdermi nulla della loro crescita.

In quegli scorci di anni in cui sono stati importanti per noi gli atteggiamenti teneri, i momenti di gioco e la confidenza necessaria per non perdersi in strade sbagliate, ho pensato a non pressarli ma essere per loro di appoggio ed il sostegno ovunque e comunque.

Quella foto scattata durante una festa, mi sentivo fortunata e dentro sempre quel sintomo di potenza, pienezza che solo la maternità può dare.

Quell’emozione indelebile che ritrovo nei nostri sguardi tutt’oggi, in quelli che io interpreto come il vero legame che nessun altro può cambiare.

Neppure il tempo.

(Dall’esperienza di C.)

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2019-02-11T15:46:49+01:00