Acqua, farina e un paio di uova.
Immergo la punta delle dita e incomincio ad impastare una base semplice per una crostata dal ripieno goloso.
Sorrido e volo con la mente, immagino quando la mia piccola mi aiuterà in cucina, alla prima volta in cui metterà le sue piccole mani nella farina e poi disegnerà cerchi sulla spianatoia. Riderà e rideremo, la punta del nasino sporca di bianco e lo starnuto che ne seguirà.
Abbasso lo sguardo sul mio pancino appena pronunciato, non sono ancora calci ma sensazioni molto forti, appunti di sogni e immaginazione che punta più in là nel tempo, io che spero non soffra da grande, soprattutto sul lato emotivo. Penso già a quando si innamorerà la prima volta, al suo primo bacio, quelle carezze tra i capelli… ed io vorrei poterle già fermare le lacrime per le prime delusioni, per non rischiare di vedere le gote incresparsi sotto lacrime di dolore ma aprirsi alla gioia, splendere in luce e passione per quel bel casino che è il cuore.
Io che non so se la cercavo, sono certa di essere stata solo in bilico tra “lo facciamo ora?” o “se anche aspettiamo dieci anni, saremo felici lo stesso?” ,lei, una sorpresa, un’emozione indescrivibile, un continuo saltellare da un posto di lavoro ad un altro per minino quindici minuti per parte.
La felicità è adrenalina pura, è come un dolce, un profumo forte di pasta frolla calda che si raggiunge la doratura lentamente e poi si scioglie sotto il palato.
Oltre l’attesa c’è quell’ansia che mi lega spesso i polsi, ma non riesce e neppure riuscirà mai a togliermi il battito di cuore e quella sensazione di potenza che trovo ogni volta che ci penso.
Penso al mio futuro da mamma.
(Dall’esperienza di una futura mamma)