Ero e non ricordo più come

La tua manina poggiata tra i seni e quel tempo che ora sto ritrovando solo di notte, mentre il silenzio attorno ci rende più uniti.
Ti guardo mentre sento la stanchezza abbracciarmi da dietro, le ore piccole diventano infinite mentre devo darti da mangiare, ti carezzo le guance e già ti vedo grande.
Ancora mi chiedo cosa sia essere madre.
Una vocazione? Un impegno? Un calarsi in una parte difficile?
A me si è sovrapposto tutto, non mi sembra vero, mi esce tutto naturale, come se fossi io ma non mi conoscessi.
Sono davvero capace in tutto questo?
Sei tu che mi insegni.
Ti aspettavo e non ero pronta. Avevo paura ma non sapevo per cosa o in cosa. Ti guardavo in quegli scatti strani per capire se stavi bene e mi chiedevo se davvero stesse succedendo a me, come se mi vedessi dal di fuori e come se anche il dolore di quel giorno mi avesse scavato il corpo e ora non poter sopportare neppure l’ago per un prelievo.
Scrivo e intanto tu dormi regalandomi sorrisi.
E’ proprio così: sento male per qualsiasi cosa e mi guardo e non mi riconosco.
Sarà che è ancora presto, sarà che ho qualcosa in più, sarà che ti tenevo dentro e mi ero affezionata a quell’immagine di me da ritrovarmi ora una sconosciuta in una storia che invece ho scritto io.
Sarà che non lo credevo possibile.
Non ti avevo programmato, non avevo pensato a nulla, in realtà non volevo pensare a nulla e chissà se un giorno te lo racconterò e soprattutto se tu vorrai ascoltarmi.
Sei semplicemente arrivato.
E sono scesa all’inferno per conoscere il paradiso che era disegnato nei tuoi occhi e in ogni angolo di te. Ero incredula e lo sono tuttora. Ero piena di tagli e tu li hai sanati. Ero persa e tu mi hai riportata.
Ero e non ricordo più come.

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2018-11-10T18:27:58+01:00